Pic – Vicc immersi nel verde
Con il primo timido sole e le temperature più miti, la primavera porta con sé anche un’irrefrenabile voglia di godere delle prime belle giornate: fare una lunga passeggiata nella natura, distendersi al sole e mangiare all’aria aperta sono attività in grado di portare benefici alla mente e al corpo. E allora perché non approfittarne per fare un pic-nic con le nostre esclusive valigette Pic-Vicc?
Sono comodissime da portare con sé perché compatte, resistenti e soprattutto già dotate di tutto l’occorrente di cui hai bisogno per un pic-nic sull’erba dal sapore cilentano.
Non devi fare altro che prendere la tua valigetta Pic-Vicc già pronta e piena di prelibatezze, e raggiungere la meta desiderata!
E se non sai dove andare, qui trovi 10 indirizzi in cui poter gustare il tuo Pic-Vicc immerso nella natura:
Le restrizioni a causa della pandemia hanno purtroppo causato l’annullamento di tutti i principali eventi eno-gastronomici estivi ed autunnali? Niente paura, con il “Sagra Kit” il gusto e la tradizione delle sagre arriva direttamente a casa tua.
Vicceria.com, il mercato online delle eccellenze del Sud e la casa dell’autentico viccio cilentano, lanciano online una simpatica iniziativa in collaborazione con “Il Trono di Sagre” pagina web dedicata agli appassionati dei tradizionali eventi enogastronomici locali.
Quando pensiamo ad una sagra riaffiorano alla mente una moltitudine di ricordi: in primis il cibo genuino ed il vino paesano, ma anche clima festoso e conviviale vissuto spesso sulle note di una canzone popolare. Tutte cose che riaccendono in noi il senso di appartenenza a quel magnifico luogo chiamato Cilento.
La riscoperta della propria cultura immateriale passa anche da momenti come le sagre, che sono un’occasione buona non solo per assaporare e conoscere le pietanze di ieri, ma anche un modo per riappropriarsi della qualità dei cibi preparati come da tradizione e per recuperare il patrimonio di usi e costumi di un luogo.
La Provincia di Salerno è un territorio che ha un legame particolare con le sagre: ne conta tantissime e ciascuna viene vissuta dalla propria comunità con grande entusiasmo e una partecipazione collettiva. Un vero e proprio appuntamento imperdibile perché espressione della propria identità.
Con il nostro speciale Sagra Kit, vogliamo valorizzare alcuni dei piatti simbolo delle sagre più famose del Cilento e della Provincia di Salerno, portando tutto il loro gusto direttamente a casa.
I kit sono disponibili sul sito www.vicceria.com ed anche sull’online store del Trono di Sagre, ogni kit contiene tutto il materiale per ricreare i piatti tipici della sagra direttamente a casa ed inoltre su ogni kit è presente un link ad una playlist spotify con tutte le tradizionali ballate popolari tipiche delle sagre del Cilento, un modo per farti immergere a pieno nell’atmosfera giusta.
I primi kit disponibili sono dedicati a: Sagra del Fusillo Felittese, Sagra del Carciofo Bianco di Pertosa, Sagra del Fagiolo di Controne, Ciccimmaretati di Stio e Sagra Lagane e Ceci (Cicerale e Rufoli).
Il Caciocavallo dell’Emigrante è un prodotto caseario tipico del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in particolare della zona del Vallo di Diano, nonché dell’altopiano della Sila cosentina e di diverse altre zone del Centro e Sud Italia.
Si tratta di un formaggio semiduro a pasta filata prodotto con latte vaccino, dalla crosta liscia e sottile e dal marcato colore giallo, con all’interno un cavo farcito con salumi locali quali soppressata, salame dolce o piccanti, capocollo o soppressata.
La sua stagionatura va dai 60 giorni agli oltre 12 mesi, caratteristica che conferisce il sapore da delicato a più piccante in base al periodo di stagionatura.
Ancora oggi è considerato uno dei prodotti più prelibati del Vallo di Diano grazie alla delicatezza del caciocavallo che si sposa perfettamente con il gusto deciso dei salumi.
La lavorazione del Caciocavallo dell’Emigrante avviene ancora in modo artigianale, selezionando solo materie prime 100% locali dunque rigorosamente a km 0.
Il Caciocavallo dell’Emigrante nasce da un’idea dei primi contadini italiani che emigrarono in America nei primi anni del Novecento, in fuga dall’Italia a causa dalla fame e in cerca di fortuna nel Nuovo Continente.
I nostri compaesani sentivano il bisogno di portare con sé i prodotti della propria terra d’origine, tra cui formaggi e salumi, per tenere vivo il ricordo della famiglia. Tuttavia dovettero presto scontrarsi con le rigide leggi americane che per motivi igienico-sanitari vietavano l’importazione di carni suine.
Decisero così di nascondere gli insaccati all’interno dei caciocavalli, da qui l’origine del nome.
Una storia di sopravvivenza fatta di astuzia, ingegno e furbizia nata per eludere la legge e sfuggire ai controlli doganali statunitensi, ma che ancora oggi viene conservata e valorizzata con un prodotto d’eccellenza che viene particolarmente apprezzato per la bellezza e soprattutto per il sapore.
Il Caciocavallo dell’Emigrante del Vallo di Diano oggi è un prodotto molto richiesto per il suo gusto unico, dove la dolcezza del caciocavallo si fonde con l’aroma intenso del suo cuore di insaccati, per regalare un’esperienza di gusto decisamente unica nel suo genere.
Perfetto da servire come antipasto o aperitivo accompagnato da una fetta di pane casereccio e un bicchiere di buon vino cilentano, è una vera delizia per gli occhi e per la bocca.
Il suo far parte di un patrimonio gastronomico di enorme valore ci spinge a recuperarne la tradizione e a valorizzarla e condividerla con gli amanti dei sapori autentici, come te.
Dal 2006 il Fico Bianco del Cilento è D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta).
Il Fico Bianco del Cilento D.O.P. appartiene alla varietà cultivar “Dottato” e viene consumato sia fresco che essiccato. Deve il nome al colore giallo chiaro della buccia dei frutti essiccati, la polpa è di colore giallo ambrato, gradevolmente pastosa e dal gusto dolce.
Si dice che furono i Greci a introdurre i fichi nel Cilento nel lontano VI secolo a.C. e presto questo frutto conquistò nella varietà essiccata i palati di Catone e Varrone in epoca romana. Venne inoltre usato da tanti contadini come alimento base per la manodopera nei campi.
Da cibo dei poveri si è presto trasformato in alimento di pregio coltivato e commercializzato in circa 68 comuni cilentani che ne formano l’area di produzione all’interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
I Fichi Secchi cilentani possono essere venduti sfusi nelle ceste, “steccati” cioè infilzati tra due stecchette di legno parallele o impaccati, cioè spaccati e ripieni di frutta secca (mandorle, semi di finocchietto, noci, bucce di agrumi o nocciole), ricoperti di cioccolato o immersi nel rum.
Dall’antica usanza di spalmare confetture di fichi sul pane oggi si è passati a sperimentazioni più innovative per valorizzare il Fico Bianco del Cilento nei modi più svariati.
Può capitare infatti di trovare pane di fico bianco, biscotti ai fichi bianchi o torte golose
Originale l’idea di usare i fichi secchi per farne liquori.
Ottimo è anche l’impiego del fico bianco nei gelati e nelle granite.
Inedita è l’idea del Capocollo di Fichi, dove il rollè di fichi viene bagnato con rum e condito con noci, finocchietto selvatico e bucce di limone, oppure con mandorle e cioccolato fondente o ancora con mandorle e granella di pistacchio di Bronte.
Gli amanti degli accostamenti più audaci possono assaggiare anche le pizze con i fichi.
Non manca infine un classico della pasticceria italiana arricchito dal Fico Bianco del Cilento: il panettone
Il Fico Bianco del Cilento appartiene a un patrimonio gastronomico di inestimabile valore, che come tale va preservato e valorizzato per esaltarne l’unicità.
Non perdere l’occasione di assaggiare questo prodotto tipico cilentano di altissima qualità.
Nel Cilento, in particolare a Pioppi vicino Acciaroli, è la nata la Dieta Mediterranea, il regime alimentare italiano che tutto il mondo ci vanta.
Nel Parco Nazionale del Cilento i migliori prodotti della tradizione fanno parte delle sane abitudini alimentari che rendono gli abitanti particolarmente longevi.
Molti di questi prodotti sono diventati Presìdi Slow Food, cioè eccellenze gastronomiche tutelate per valorizzarne sia i luoghi che le tecniche di produzione.
Tra questi scopriamo insieme quali sono i 10 migliori prodotti tipici cilentani da assaggiare almeno una volta nella vita.
Il fusillo di Felitto è un particolare tipo di pasta all’uovo a base di semola di grano duro, a forma di maccherone forato dalla lunghezza variabile.
Ancora oggi viene preparato a mano con il ferretto in acciaio come si faceva una volta.
Ogni anno a Felitto si svolge l’omonima sagra.
A Marina di Pisciotta e in altre località cilentane viene ancora praticata un’antica tecnica di pesca notturna con barche a rete chiamate menaica.
Le famose alici di menaica hanno la pelle chiara e rosea e il profumo particolarmente intenso. Possono essere mangiate sia cotte che crude e sono l’ingrediente principale di tante ricette cilentane.
Le olive salelle ammaccate sono appunto olive ammaccate con una pietra di mare messe e immerse prima nell’acqua e poi in una salamoia di acqua, sale, alloro e finocchietto selvatico.
Successivamente vengono conservate sott’olio, possibilmente di cultivar Salella, una tipica varietà del Cilento.
A Prignano Cilento vi è una particolare tecnica di produzione del Fico Bianco del Cilento essiccato. Prima vengono “mondati” i fichi (sbucciati a mano) e poi messi a essiccare su graticci di canne.
Il famoso fagiolo di Controne è bianco e leggermente ovoidale e viene consumato in diverse ricette, dal tozzetto alla pasta o insieme alla scarola.
La Sagra del Fagiolo si svolge ogni anno a Controne.
Il maracuoccio è un piccolo legume selvatico tipico di Lentiscosa, vicino Camerota, di colore marroncino e dalla dimensione simile al pisello.
Con questo legume viene preparata la famosa Maracucciata, una specie di polenta realizzata con farina composta per la metà da maracuoccio e poi da grano, ceci, farro e cicerchie.
Il paese di Cicerale è famoso per la coltivazione di una particolare varietà di ceci piccoli e rotondi, più dorati e dal sapore più intenso di quelli normali.
La soppressata di Gioi è l’unico salame lardellato della Campania, cioè al cui centro presenta una strisciolina di lardo. Viene ricavato dalla coscia del suino.
La principale caratteristica di questo carciofo è il colore più chiaro della normale varietà e dalla forma particolarmente grande e rotonda.
Il suo sapore è particolarmente dolce, perciò viene mangiato anche crudo (per esempio in pinzimonio)
A Pertosa ogni anno si svolge la tradizionale sagra del carciofo.
Il cacioricotta deve il suo nome alla particolare tecnica di coagulazione del latte, tipica per metà del cacio (o formaggio) e per metà della ricotta. Può esser consumato sia fresco che come cacio da grattugia dopo la stagionatura.
I prodotti tipici cilentani rispecchiano e rispettano fedelmente il territorio, ricco di inestimabili patrimoni di biodiversità.
Recuperare e valorizzare questi tesori di incommensurabile valore è fondamentale per apprezzarne (e amarne) le qualità.
La Mozzarella nella Mortella del Cilento o Muzzarella ind’a murtedda è un tipo di formaggio caratteristico della zona
centrale del Cilento.
Anche se viene chiamata “mozzarella”, in realtà si tratta di un caciocavallo freschissimo di latte bovino lavorato a
lingue e conservato in rametti o foglie di mirto (“mortella” o in cilentano “mortedda”), una pianta spontanea dalle
foglie lisce e non troppo porose dunque perfetta per conservare il formaggio fresco.
Anticamente la Mozzarella nella Mortella veniva prodotta dai pastori con il latte di vacca podolica e il mirto veniva
usato sia per preservare la freschezza della mozzarella durante i lunghi tragitti in alpeggio che per tenere lontane le
mosche, che non si avvicinavano a causa del suo intenso profumo. La mortella era perciò un arbusto utile sia al
trasporto che alla conservazione del prodotto, in mancanza di frigoriferi.
La preparazione quindi consiste nel realizzare veri e propri fasci di mirto contenenti le mozzarelle.
Questo prodotto a pasta filata si presenta dunque di forma allungata piuttosto piatta e irregolare, dal colore bianco e
dalla superficie liscia e lucida.
A differenza della classica mozzarella, la maturazione della cagliata avviene in assenza di siero dunque diventa un
formaggio più compatto e asciutto. La pasta pertanto è compatta e ha un sapore leggermente acidulo dovuto alle note
aromatiche del mirto. In bocca è possibile avvertire sentori lattici e di erbe aromatiche.
Proprio a causa della sua alta aromaticità non può essere impiegata per i tradizionali usi della mozzarella, per esempio
come ingrediente di pizze o calzoni, ma piuttosto come formaggio da tavola da servire con un filo di olio
extravergine e una spolverata di origano come antipasto insieme a olive, sottoli e pomodori.
Oppure si può mangiare da sola accompagnata da una fetta di pane casereccio e un buon bicchiere di vino cilentano.
Attualmente la Mozzarella nella Mortella viene prodotta in tutto il Cilento, in particolare alle pendici del Monte
Gelbison.
Con il passare del tempo la Mozzarella nella Mortella è diventata un prodotto a sé stante tra le varie tipologie di pasta
filata presenti nel Meridione. In particolare le è stata attribuito il marchio di qualità PAT (Prodotto Agroalimentare
Tradizionale), un vero e proprio biglietto da visita dell’agricoltura italiana d’eccellenza.
Inoltre è stata inserita dalla Fondazione Slow Food nei Presidi Slow Food del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di
Diano e Alburni. Il Presidio è nato per tutelare i produttori artigianali dediti alla trasformazione del latte con
attenzione sia alla lavorazione del prodotto che all’allevamento delle vacche in collina e nella macchia mediterranea, caratteristica che attribuisce alla mozzarella le sue caratteristiche aromatiche più significative, ovviamente insieme ai
sentori della mortella spontanea che avvolge il prodotto.
Ogni anno a Novi Velia si svolge la tradizionale sagra della Muzzarella ind’ murtedda insieme a tanti altri prodotti tipici cilentani, la Mozzarella nella Mortedda è uno degli ingredienti con cui farciamo i nostri golosi vicci cilentani, un patrimonio gastronomico da riscoprire, preservare…e da gustare!
Il Viccio Cilentano è un antico pane tipico del Cilento a forma di ciambella che si preparava per testare la temperatura del forno poco prima di infornare il classico pane e subito dopo la pizza.
La storia del Viccio Cilentano ha radici nelle antiche tradizioni contadine del Cilento, quando ogni famiglia provvedeva a preparare il pane in casa nei forni a legna che erano presenti di quasi ogni casa.
Prima dell’infornata bisognava accertarsi che il forno avesse raggiunto la temperatura ottimale per la cottura del pane, dunque si metteva a cuocere un disco di pasta ricavato dall’impasto del pane, da utilizzare come prova: il viccio.
Siccome è nell’indole cilentana la premura di non buttare mai nulla, il viccio veniva consumato condito con sale e olio e poteva essere conservato anche per più giorni grazie alla lievitazione naturale.
Così si iniziò a utilizzarlo come accompagnamento al companatico che contadini, pescatori e pastori portavano con sé quando uscivano per andare al lavoro o quando erano costretti a stare diversi giorni lontano da casa. Tagliato in orizzontale, farcito con formaggio, carne o pesce e condito con un filo di olio d’oliva cilentano diventò presto un ottimo pasto veloce, accompagnato da un immancabile bicchiere di vino locale.
Il Viccio Cilentano non va confuso con il Viccio cu l’ uovo e con i Vicci di Castellabate.
Il Viccio cu l’uovo era una treccia di pane bianco con al centro un uovo, simbolo beneaugurante della nuova vita che nasce in quanto ricorda l’aspetto di un bimbo in fasce. Si preparava in occasione della Pasqua, in particolare il giovedì Santo per poi farlo benedire e regalare alle persone care. Una variante è il tortano napoletano, dalla forma più tondeggiante. Insomma si tratta di una tradizione che unisce tutta la Campania.
I Vicci sono le classiche zeppole di patate, chiamate così in diversi paesi del Cilento, per esempio Castellabate. In cilentano la parola “Vicci” significa “ricci”, termine che ricorda la tipica forma arrotondata delle zeppole cilentane: ciambelline dolci fritte e immerse nello zucchero.
Negli ultimi anni la cucina cilentana è stata molto rivalutata e apprezzata per le preparazioni artigianali, per la sua semplicità e per la genuinità dei prodotti.
Il Viccio Cilentano appartiene a queste antiche tradizioni che a loro volta fanno parte di un patrimonio gastronomico di inestimabile valore. Per questo ci piace recuperare le antiche ricette cilentane per arricchirle conpreparazioni nuove e contaminarle con sapori inediti e gustosi. Ecco dunque che il nostro viccio cilentano è ripieno di patate, cuirilli (fiori di zucca) e pancetta arrotolata o di ciambotta cilentana. È così che il viccio diventa mediterraneo ed è farcito di spuma di ricotta vaccina con salmone affumicato o di mozzarella nella mortella con capocollo di Martina Franca.
E questo è solo l’inizio delle nostre sperimentazioni…
UNA STORIA CONTADINA
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